Con l’inevitabile globalizzazione e nonostante le incertezze economiche globali, la Cina continua a sviluppare il suo mercato interno, attraverso un progetto decennale avviato nel 2015 che punta a promuovere le esportazioni e l’innovazione e l’autosufficienza per le materie prime, secondo i più elevati standard di qualità ed una tecnologia “earth-friendly”, con l’obiettivo di diventare entro il 2049 la prima potenza industriale mondiale.

Per farlo, si è deciso di puntare fortemente ad esportare la capacità produttiva cinese nei Paesi attraversati dalla nuova Via della Seta, attraverso il progetto “One Belt One Road” e dall’altro di spingere fortemente verso un rinnovamento

radicale e repentino in un’ottica 4.0, sotto la guida del piano Made in China 2025.

Quest’ultimo, rivoluzionerà l’industria cinese, con l’obiettivo di ribaltarne il concetto di “fabbrica a basso costo/valore” per trasformarla nel nuovo motore dell’innovazione, con produzioni automatizzate ad alto valore aggiunto e di tecnologie produttive avanzate.

Spinta dallo sviluppo economico e dall’aumento del reddito medio pro capite, la Cina si è trovata di fronte alla necessità di un cambio di rotta per investire sull’innovazione per dare continuità e prospettiva al suo popolo, che gradualmente vede diminuire la propria forza lavoro a fronte di costante invecchiamento della popolazione, mentre si ritrova a dover fare i conti con paesi emergenti che fondano la loro forza sulla manodopera a basso costo, mentre allo stesso tempo economie avanzate come USA, Germania e Giappone stanno già sviluppando politiche di sostegno allo sviluppo delle proprie industrie manifatturiere.

È chiaro che il governo cinese ha sviluppato Made in China 2025 per affrontare le sfide internazionali e intestine che l’industria manifatturiera sta incontrando. Il progetto cinese è ambizioso poiché riguarda la completa ristrutturazione dell’industria, con l’ammodernamento tecnologico che diviene soltanto uno dei tanti fattori coinvolti per renderla più competitiva.

Come ha confermato lo stesso presidente Xi Jinping: “La capacità di innovazione indigena cinese, e in modo particolare quella originale, è ancora debole”. Ovvero, la dipendenza dalle tecnologie straniere in settori industriali chiave non permette ancora al Paese di trovare una sua via indipendente e “indigena”. L’obiettivo sarà quindi quello di rendere le aziende cinesi più competitive sui mercati globali, puntando sui settori tecnologicamente più avanzati.

Made in China 2025

Dieci sono i settori chiave a cui viene dedicata particolare attenzione:

  • nuova information technology;
  • macchine CNC e robotica;
  • attrezzature aerospaziali;
  • strumenti per ingegneria oceanica e imbarcazioni hi tech;
  • materiale ferroviario;
  • veicoli a risparmio energetico e a energia nuova;
  • electrical equipment;
  • nuovi materiali;
  • medicina biologica e apparecchiature mediche;
  • macchinari agricoli.

Alcuni degli obiettivi principali a cui mira il progetto riguardano i componenti e i materiali di base, al fine di arrivare ad una produzione autonoma del 70% entro il 2025 e ad una riduzione dei costi del 50%.

Parallelamente, va sottolineata l’attenzione alle emissioni di anidride carbonica, fino a un -40% nel 2025.

E’ evidente come si stia parlando di un progetto molto ambizioso, forse il più ambizioso mai proposto dal governo cinese, basato su una politica di industria nazionale che mira a formare un nuovo tipo di potere globale e influenza.

In che modo l’Occidente riuscirà a tenere il passo del Dragone in un mondo sempre meno eurocentrico? Si parlerà di questo ed altri temi legati all’industria cinese nel corso dell’evento gratuito “5 CHINA MUST HAVE”, in programma il 12 luglio 2018 presso l’Hotel H2C di Assago.

Per saperne di più, visita il sito 5 China Must Have e registrati gratuitamente, restano ancora pochi posti!

 

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